di Stefano Portelli
Carocci, 2024
Che cosa ne è stato degli abitanti dei borghetti autocostruiti intorno a Roma, le cosiddette “baracche” demolite negli anni Settanta? Questo libro racconta i decenni successivi alla grande stagione delle lotte per la casa, quando migliaia di persone trasferite sul litorale iniziarono a sentirsi deportate, sradicate, più isolate che nei vecchi quartieri. «Ostia, o Bombay – è uguale», scrisse Pasolini. In tutto il pianeta milioni di persone subiscono sfratti, sgomberi e trasferimenti, spesso verso zone remote. Ma quando le ruspe demoliscono abitazioni, spazi sociali, luoghi di culto, chi viene sradicato percepisce una violenza i cui effetti possono riemergere altrove, in forme anche difficili da decifrare. Il “diritto di restare” che reclamano oggi gli abitanti dell’Idroscalo di Ostia, l’ultimo borghetto di Roma, come quelli di altre zone considerate “informali” in tutto il mondo, può essere la chiave per immaginare quartieri contro lo sradicamento, città basate sui bisogni e sui desideri di chi le vive, anziché su progetti elaborati altrove (scheda editoriale).
INDICE
Introduzione
1. Lo Stato bulldozer
2. Ai margini di Roma
3. Lo sradicamento: le persone sono sostituibili?
4. Il vento della storia
1. Sotto gli archi di un acquedotto
Le chiamavano baracche/La lotta per la casa/Nostalgia della baracca?/Lapide
2. Una mattonata sulla testa
Dall’Acquedotto Felice al ghetto infelice/Abbiamo occupato tutto/Lo spezzamento di una comunità/Un amore tossico
3. L’ultimo borghetto di Roma
La Sardegna dei poveri/Il marchio abusivo/Affari d’acqua/Tre dinamiche socio-spaziali
4. Quand’hanno sbracato
Una sottile linea rossa/La vita nel residence/Il diritto di restare
Coda: una testata alla volta
1. Una deriva verso i margini
2. La palestra della legalità
3. Angeli e demoni
4. Non ci sono buoni
Indice dei nomi