Il Progetto Flaminio come prodotto di ricerca

a cura di Ruggero Lenci
Gangemi, 2022
Il settore urbano delimitato dal Tevere, che in quel punto genera la grande ansa del quartiere Flaminio, contiene l'area che nel 2015 è stata oggetto del concorso “Progetto Flaminio” tra le le vie Guido Reni-De Coubertin, denominata “Il miglio delle arti”. Il libro si occupa di analizzare i tessuti, le architetture e la storia del quartiere Flaminio al fine di interpretarne la vocazione urbana, operazione propedeutica all'elaborazione dei circa 180 progetti di architettura a scala urbana degli studenti che su di essa si sono esercitati e che qui si presentano. Questa ansa del Tevere rimanda in modo straordinario alla TAC di una calotta cerebrale, delineando il fiume la sagoma di un cranio di homo sapiens nel quale si innesta la colonna vertebrale rappresentata dall'asse via Flaminia-viale Tiziano. Se la parte superiore dell'ansa fino a piazza Manila (già piazza dell'Alberobello) ne costituisce metaforicamente il cervello, il MAXXI ne rappresenta il corpo calloso, mentre l'area dell'ex SMMEP l'epifisi, il Palazzetto dello Sport l'orecchio, lo Stadio Flaminio il ventricolo, il Villaggio Olimpico la massa cerebrale frontale, il Parco della Musica il seno, Villa Riccio e Villa Flaminia il cervelletto, Villa Glori il bulbo oculare, i Monti Parioli il sistema naso-mascello-mandibolare, con viale Pilsudski che ne costituisce la faringe. Vista con gli occhi del radiologo, questa parte del quartiere Flaminio libera nella mente la volontà di effettuare l'anamnesi evolutiva delle sue componenti organiche, con conseguente diagnosi anatomica e prognosi dell'attuale stato di salute delle parti e del tutto, oltre a delinearne un possibile futuro a fronte della realizzazione di alcuni interventi già programmati e di altri in corso di programmazione. Cento anni dal 1909 al 2008 di planimetrie dei vari PRG, studi e progetti di questo settore urbano presentano una complessità straordinaria di funzioni sottolineate dal sistema dei due assi che si intersecano nella piazza Apollodoro. Se l'asse via Flaminia-viale Tiziano rappresenta, come si è detto, la spina dorsale del sistema che si innerva nella Roma storica, l'asse est-ovest Reni-De Coubertin costituisce “Il miglio delle arti”, un percorso di 1.600 metri che da Monte Mario e dall'ex Accademia di Scherma di Luigi Moretti arriva, scavalcando il Tevere con il Ponte della Musica, all'Auditorium Parco della Musica e a Villa Glori, collegando insieme attività artistiche, culturali, sportive, molte delle quali già realizzate, altre in programma. Una delle più importanti tra queste ultime è il “Progetto Flaminio”, che include la funzione museale della “Città della Scienza”, insieme a quella residenziale, a servizi commerciali, a spazi ricettivi e pubblici, da realizzarsi nell'area oggetto di studio sulla quale ancora insistono i capannoni SMMEP. Tale area – ubicata a 1700 metri in linea d'aria da Piazza del Popolo e circondata da importanti strutture architettoniche novecentesche quali il Foro Italico, il Palazzetto dello Sport, lo Stadio Flaminio, il Villaggio Olimpico, il Parco della Musica, il Museo MAXXI – già di proprietà dell'Agenzia del Demanio è stata acquistata dal Fondo Investimenti per le Valorizzazioni (FIV) di Cassa Depositi e Prestiti (CDP). A seguito di un accordo raggiunto da CDP con l'Amministrazione Comunale è quindi partita la fase preliminare che, tramite il concorso europeo di progettazione (espletato nel 2015), avvierà il processo di trasformazione urbana dell'area con l'obiettivo di dar luogo a un settore di città multifunzionale capace di integrarsi nel contesto dei tessuti e delle funzioni di questa parte della Roma contemporanea, come significativo tassello mancante del “miglio delle arti”. Il concorso, al quale hanno partecipato 246 gruppi di progettazione, è stato bandito congiuntamente da CDP e dal Comune di Roma a fine dicembre 2014, e nel 2015 ha visto sei finalisti passare alla seconda fase, con la vittoria del gruppo milanese di Paola Viganò. Nel novembre 2019 l'assemblea capitolina ha approvato il progetto aprendo le porte alla fase attuativa. Il programma prevede l'edificazione del Museo-Città della Scienza (27.000 m2 di superficie), di edifici abitativi (29.000 m2), di residenze sociali (6.000 m2), di strutture commerciali (5.000 m2), di una struttura ricettiva (5.000 m2), tutto da distribuirsi su più piani, e prevede inoltre superfici pubbliche e a verde (14.000 m2). Il museo dovrà essere, secondo la dichiarazione dell'Assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo, un centro polifunzionale idoneo sia per l'esposizione dei materiali scientifici, sia per la rappresentazione di lavori, sempre di carattere scientifico, in grado di attivare iniziative diffuse sul territorio. Se la parte est del miglio delle arti, dello sport e della scienza si presenta oggi aperta e ariosa avendo una storia legata ai galoppatoi, allo Stadio dei Mondiali di Calcio del 1934, al campo della Rondinella, al viadotto di Corso Francia, al Villaggio Olimpico e poi all'Auditorium Parco della Musica, assumendo l'asse in quel tratto il nome di via Pietro De Coubertin, quella ovest è più chiusa e densamente costruita, con l'asse intitolato al pittore seicentesco Guido Reni (scheda editoriale).