di Alfonso Sabella e Giampiero Calapà
Rizzoli, 2016
Un libro che, con un linguaggio schietto e appassionato, è allo stesso tempo una dichiarazione d’amore per la capitale e un racconto della miscela esplosiva che da decenni alimenta il malaffare: dalla mafia del litorale alle truffe sui beni confiscati, dalle mani sull’ambiente agli affari sulle commesse pubbliche. E sembra che la fragilità della politica sia incapace persino di comprendere le proporzioni di questo verminaio. Un’analisi lucida di quello che Sabella ha fatto, o avrebbe voluto fare se ne avesse avuto il tempo, per cambiare le cose, e di qual è la direzione da seguire per uscire dalle sabbie mobili della corruzione.
Rizzoli, 2016
Un libro che, con un linguaggio schietto e appassionato, è allo stesso tempo una dichiarazione d’amore per la capitale e un racconto della miscela esplosiva che da decenni alimenta il malaffare: dalla mafia del litorale alle truffe sui beni confiscati, dalle mani sull’ambiente agli affari sulle commesse pubbliche. E sembra che la fragilità della politica sia incapace persino di comprendere le proporzioni di questo verminaio. Un’analisi lucida di quello che Sabella ha fatto, o avrebbe voluto fare se ne avesse avuto il tempo, per cambiare le cose, e di qual è la direzione da seguire per uscire dalle sabbie mobili della corruzione.