di Franco Ferrarotti
Gangemi, 2015
Questo libro, in apparenza disomogeneo, è in realtà guidato da un'idea centrale. A Roma, e solo a Roma, si ha un fenomeno straordinario: la convivenza simbiotica tra storia e quotidiano, fra le rovine gloriose dell'antichità e la miseria sontuosa della periferia odierna. I borgatari vivono, distratti e inconsapevoli, sotto gli archi dell'Acquedotto Felice. Per questo Roma è la sola città in cui ci si può muovere stando fermi. Somiglia a un disordinato, rumoroso garage mentre è in realtà la capitale eterna dell'effimero, l'urbe per eccellenza, da cui trenta secoli di storia guardano noi, indaffarati contemporanei, con sovrana, paziente, talvolta amorevole indifferenza.
Gangemi, 2015
Questo libro, in apparenza disomogeneo, è in realtà guidato da un'idea centrale. A Roma, e solo a Roma, si ha un fenomeno straordinario: la convivenza simbiotica tra storia e quotidiano, fra le rovine gloriose dell'antichità e la miseria sontuosa della periferia odierna. I borgatari vivono, distratti e inconsapevoli, sotto gli archi dell'Acquedotto Felice. Per questo Roma è la sola città in cui ci si può muovere stando fermi. Somiglia a un disordinato, rumoroso garage mentre è in realtà la capitale eterna dell'effimero, l'urbe per eccellenza, da cui trenta secoli di storia guardano noi, indaffarati contemporanei, con sovrana, paziente, talvolta amorevole indifferenza.