di Giuliano Santoro
Alegre, 2015
Tor Pignattara è un quartiere romano di confine, frontiera non soltanto urbanistica e sociale, ma anche culturale e immaginaria. È qui che nell’estate 2014 viene ucciso Shahzad, giovane pakistano. Lo ammazza a calci e pugni un minorenne romano. La morte di Shahzad è il prologo di una stagione, quella dei pogrom razzisti nelle periferie romane, delle scoperte su Mafia Capitale, delle convulsioni politiche che scuoteranno a lungo la città. Come un artificiere, Giuliano Santoro fa brillare la vicenda di Shahzad e ne insegue le schegge in ogni direzione. Da un caso di cronaca si allarga un vortice che trascina nelle pagine migranti, sottoproletari, giovani precari, ronde per la “sicurezza”, neofascisti di ieri e di oggi, un'opinione pubblica ossessionata dal “degrado” e dal “decoro”... ma anche formidabili esperienze di meticciato e solidarietà (scheda editoriale).
Alegre, 2015
Tor Pignattara è un quartiere romano di confine, frontiera non soltanto urbanistica e sociale, ma anche culturale e immaginaria. È qui che nell’estate 2014 viene ucciso Shahzad, giovane pakistano. Lo ammazza a calci e pugni un minorenne romano. La morte di Shahzad è il prologo di una stagione, quella dei pogrom razzisti nelle periferie romane, delle scoperte su Mafia Capitale, delle convulsioni politiche che scuoteranno a lungo la città. Come un artificiere, Giuliano Santoro fa brillare la vicenda di Shahzad e ne insegue le schegge in ogni direzione. Da un caso di cronaca si allarga un vortice che trascina nelle pagine migranti, sottoproletari, giovani precari, ronde per la “sicurezza”, neofascisti di ieri e di oggi, un'opinione pubblica ossessionata dal “degrado” e dal “decoro”... ma anche formidabili esperienze di meticciato e solidarietà (scheda editoriale).